Parole

Ho cominciato a scrivere poesie circa 6 anni fa e ho smesso nel 2011... Questa che vi voglio allegare come immagine appartiene al mio "primo periodo", quello stradepresso, in cui un sole che splendeva nel pieno di un meraviglioso luglio non mi comunicava altro che un senso di incredibile vuoto... Credo che non vi metterò mai quelle del mio periodo "innamorato" perché fanno veramente pietà (non che le altre siano propriamente degne di essere definite "poesie", anzi) e colgo lo spunto per avviare una discussione.
Secondo voi, qual è lo stato d'animo che rende più poetici, cioè capaci di approfondire il proprio punto di vista dell'uomo e del mondo: la tristezza o l'amore?
In letteratura studiamo quei bei poemoni di poeti cotti e stracotti, ma poi la depressione arriva nei secoli un poco più recenti... Senza voler entrare nell'ambito della critica letteraria, e restando su una dimensione strettamente personale, la mia risposta ricade sulla tristezza. A mio avviso, anche quando è molto profonda dà all'animo una sensibilità diversa, lo mette in una comunicazione molto più stretta con la natura: molte delle mie pseudo-poesie sono infatti relazionate (se non dedicate) al paesaggio, al tramonto e alla maestosa bellezza della natura. Questa che vi propongo, invece, sintetizza tutto ciò che ho pensato dell'essere umano e del suo grande dono.

Eh lo so, sei stata tu a darmi il coraggio di postarla
adesso aspettiamo che qualche altro utente si faccia sentire, altrimenti rischio di monopolizzare la sezione XD

Bella!!! Complimenti, davvero! Oddio, quanto è passato dal tuo periodo innamorato(xD)! anche se forse sarei curiosa di leggerle quelle poesie perchè non riesco proprio a immaginarti :D
comunque, da amante sfegatata di Leopardi,Dante, Petrarca e compagnia, direi che sono decisamente d'accordo con te sul fatto che le poesie migliori nascano quando il poeta si trova in uno stato di sofferenza profonda. Da un lato però non credo che questa condizione dia la possibilità di compiere "riflessioni migliori sul mondo" perchè queste vengono anzi falsate dalla depressione estrema del poeta, dunque le rappresentazioni non divengono più realistiche, ma anzi, eccessivamente tragiche. Dopodichè, avendo un gusto un po' dark, sono d'accordo sul fatto che queste per me risultino estremamente più interessanti di riflessioni ottimistiche ed esaltate. Per quanto riguarda la lirica amorosa, non mi sento di generalizzare... in realtà il difficile sta nel non cadere nello smielamento vomitoso, monotono e stilizzato, come ha fatto la maggior parte della poesia stilnovistica... poi però ci sono autori che quando parlano d'amore... secondo me sciolgono perfino i sassi (Shakespeare ad esempio :D).

Mmm Emily, temo che di altre poesie non ne leggerai, né di depresse né di innamorate XD
Leopardi piace anche a me, e proprio perché ho letto anche qualcosina di suo penso che certe riflessioni che secondo me sono migliori perché più profonde e sentite... Sai, le cose troppo allegre poi fanno un gran male appena si sbatte il muso contro la realtà, invece la tristezza ti prepara a tutto

Non è male per niente. Mi sembra molto ungarettiana, ovvero mi dà l'impressione che tu comunichi i tuoi stati d'animo tanto con i silenzi e le pause che con le parole...a questo punto attendiamo altre poesie...

Elminster ti ringrazio
diciamo che ungaretti ha uno stile che apprezzo perché semplice e musicale, molto d'impatto... io tendo ad accostare parole di getto, senza troppi ripensamenenti, perciò magari prima di postare qualcos'altro rivedrò bene il tutto XD

Ink cosa ti posso dire? Ricordo quel periodo due anni fa in cui mi hai contagiata terribilmente e mi sono messa a scrivere poesie... Questa mia piace moltissimo, nella sua apparente semplicità. Conoscendoti devo dirti che ci leggo molto di te dentro. E apprezzo il coraggio di pubblicarla, che io non avrei mai trovato. Anche perché sai che razza di cose scrivevo due anni fa. Però è bella, questo è innegabile. Compliments