Lo confesso: l'ho comprato perché costava meno di un euro
A dir la verità non è che la trama in quarta di copertina mi avesse attirata più di tanto, ma ho deciso di seguire la mia vocina interiore e comprarlo... che dire, non me ne sono affatto pentita! L'ho finito in circa mezz'ora: più che di un romanzo, infatti, si tratta di un racconto lungo e, a mio parere, ben articolato.
Mi è sorto subito spontaneo un paragone con Il grande Gatsby: entrambi i libri descrivono brevemente ma efficacemente la società, rispettivamente, degli anni '30 e '20, in particolare di quegli uomini arrichitisi all'improvviso, che si ritrovano catapultati in un turbinio di "doveri", imposizioni da rispettare e l'ipocrisia alto-borghese.
A differenza del capolavoro di Fitzgerald, però, l'opera della Némirovsky ha una finezza d'indagine ben diversa, più sottile e passionale (molto intenso è l'odio fra la protagonista e la freddezza della madre, prestito diretto dalla vita dell'autrice), rendendo molto più tangibile il vuoto di una ricchezza che vorrebbe colmare una vita fallita, e finisce invece per devastarla ancora di più. E questo solo la giovane mente acuta di Antoinette (alter ego della Némirovsky) può penetrarlo, scardinando in un attimo il sogno di un'epoca.
Scrittori e lettori Fantasy, radunatevi!