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Il segreto del successo

Ultimo Aggiornamento: 15/07/2014 09:00
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Sesso: Femminile
29/05/2013 22:50

Mi sono sempre chiesta perché gli scrittori italiani che hanno successo in tutta Europa, in Inghilterra proprio non riescono a fare presa... Così ho elaborato una mia tesi: per diventari scrittori di fama mondiale (cioè tutto tutto il mondo intero vi conosce) bisogna essere di madrelingua inglese.

Sarà perché a suo tempo l'Inghilterra si è data il suo bel daffare a conquistare terre su terre, e bene o male una bella fetta di mondo parla ancora la sua lingua, o forse... sarà perché loro prediligono solo roba "autoctona" che uno scrittore angolasassone ha un successo strepitoso, qualunque sia il suo genere.

E' innegabile che qui in Italia si legga pochissimo (c'è anche da dire che un sacco di tempo è occupato dal cucinare, cosa non troppo frequente altrove [SM=g8447] ) ma ad ogni modo non riusciamo a imporre la nostra letteratura al mondo intero, tranne forse rare eccezioni.
Secondo voi ci sono di mezzo i pregiudizi sul nostro paese (vi prego di contenere i commenti politici, come da regolamento) o è soltanto colpa del fatto che, non avendo conquistato niente (se non duemila anni fa) il nostro paese ha un mercato limitato ai suoi confini più prossimi?



Scrittori e lettori Fantasy, radunatevi!
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Sesso: Femminile
20/12/2013 12:52

è un ottimo quesito a cui si può rispondere prendendo in valutazione diversi fattori:

1) La grande distrazione di massa
Astenendosi dai commenti politici, è evidenti agli occhi di ogni persona italiana dotata di cervello e raziocinio che nel nostro paese è quasi un'elitè quella dei lettori/scribacchini della domenica/semplice gente che si informa su ciò che le capita attorno.
è normale che i gggiovani (almeno la maggior parte di quelli che ho conosciuto io, vorrei evitare generalizzazioni marcate) che nascono in famiglie dove l'unico libro presente in casa è la bibbia riusciranno difficilmente da soli a prendere coscienza della propria situazione. Soprattutto se la famiglia è legata a tradizioni obsolete e bigotterie varie (e qua è meglio che non entro in dettagli per non urtare "la sensibilità" di qualcuno).
E qua arriviamo al punto 2.

2) La mancanza di stimoli 
In un paese dove si legge poco, si scrive poco e sicuramente i grandi strumenti di massa, come la televisione, fanno di tutto per non veicolare i messaggi giusti (e qua si torna alla politica).

3) Gli editor che ragionano come sceneggiatori televisivi 

Vi consiglio di leggere questo articolo per rendervi conto di quali sciacalli si nascondono dietro gli editor italiani:
http://angra-planet0.blogspot.it/2010/09/il-grande-talento-di-amanda.html

Letto? E vogliamo scrivere di ogni "talento" analfabeta che pubblica solo perchè segue un filone che va di moda (ieri i vampiri che sbrilluccicano, oggi l'orda di casalinghe arrapate)

Ovviamente non è un fenomeno solo italiano, ma il nostro motto è pur sempre "fai soldi a scapito dei neuroni altrui", quindi ho ragione di credere che su 10 romanzi che un editor legge fa pubblicare i 5 che acchiappano di più il lettore medio, nonostante siano quelli scritti peggio e zeppi di clichè.
[Modificato da Cassiopea_3 20/12/2013 12:52]
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Post: 254
Sesso: Femminile
21/12/2013 19:10

Qui però il problema si sposta sugli scrittori: purtroppo meno si legge e più si scrive, ovviamente peggio.
Voglio però mettermi dalla parte del lettore: è vero che la maggior parte delle famiglie ha in casa solo la bibbia e i promessi sposi (perché lo fanno studiare a scuola un anno intero) e questo è certamente gravissimo... ma la bigotteria c'entra fino a un certo punto. Conosco famiglie che tu definiresti bigotte dove si legge tranquillamente federico moccia e fabio volo, che per coerenza andrebbero bandite: è tutta questione di moda.
Ma tutto questo non basta a spiegare la situazione a livello internazionale: un libro (come una canzone) che non ha successo qui può benissimo averlo altrove. E invece, anche se merita, non ce l'ha. Perché?
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Città: CONTROGUERRA
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Sesso: Femminile
28/12/2013 17:28

Se un libro non ha successo qui, dove viene scritto e pubblicato, nessuno lo tradurrà mai, di conseguenza nessuno che non capisca l'italiano lo potrà leggere! se un libro non viene comprato, nessuno ci investe dei soldi per tradurlo e portarlo all'estero! deve prima diventare un "fenomeno" qui... e per far sì che accada questo ci vuole davvero il miracolo [SM=g9207]. Io vedo che qui in Italia quelli che pubblicano a sfregio e si fanno un sacco di pubblicità sono le persone che hanno soldi e visibilità (tipo Bruno Vespa, tanto per fare un esempio). I "poveracci" come me per farsi pubblicare devono pagare fior di quattrini (ve lo posso assicurare perché mi è capitato) oppure ricorrere al self e questo secondo me è un campo in cui è davvero difficile diventare famosi. Perchè? perchè al giorno d'oggi tutti scrivono, tutti si autopubblicano ma pochissimi leggono! è davvero molto molto triste il panorama che abbiamo davanti :( ( scusate se ho scritto un po' da cani ma questo argomento mi fa infervorare [SM=g10650] )
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29/12/2013 19:18

Ho una mia visione del problema. Ramona ha ragione quando dice che qui chi si autopubblica non può avere successo facilmente a meno che non sia un personaggio visibile o con alcuni agganci strategici. E' pur sempre vero che riusciamo a scrivere solo ciò che ci piace (esclusi quelli che puntanto al marketing e scrivono qualunque cosa pur di far soldi)... Il fantasy in Italia ha strada difficile... Spero di cuore che chi si sta cimentando riesca a pubblicare se il suo lavoro merita (: in ogni caso... Vi parla una che si è resa conto di star scrivendo qualcosa di sicuramente non fantasy, ma più commerciale, nel senso, più simile a ciò che si vende oggi, e che ha semplicemente la speranza di scrivere in un italiano decente (questo post non fa testo ahah) perché la cosa che detesto maggiormente degli scrittori italiani da milioni di copie al giorno d'oggi è l'italiano pietoso che usano... Gli insegnanti ce lo propinano come "caratteristico stile dell'autore". Io la chiamo ignoranza.
Detto ciò: traete voi le conclusioni, perché nemmeno io ho capito cosa ho scritto. E' effettivamente un argomento da infervorata (continuo a dar ragione a Ramona, all the way)
Peace (:
P.S. è chiaro che se traducono Baiani in sette lingue e fanno lo stesso con delle cose scadenti c'è qualcosa che non funziona (non ho letto quasi nulla di Baiani ma mi è sembrato una persona quantomeno a modo e quel poco che ho letto seguiva la grammatica italiana. non so perché quando lo abbiamo incontrato a scuola mi sono detta che era il tipo di scrittore che avrei comunque stimato - a parte che poi, obbligata quasi a leggere qualcosa di suo, non l'ho fatto con gran piacere) fine sclero time
[Modificato da Mary231 29/12/2013 19:22]
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30/12/2013 15:00

Premetto che questa è una mia personale opinione.

Il segreto del successo? Bisogna capire di che successo si parla.
Se per successo si intende la realizzazione di un'opera allora è la perseveranza e la forza di non lasciarsi demoralizzare.
Se si intende il successo come fama e denaro allora o si è raccomandati o si hanno talmente tanti soldi da potersi comprare la raccomandazione.
Si vedono centinaia di autori emergenti spacciati come il fenomeno degli ultimi cinque anni, talenti che diventano bestseller in meno di mezza giornata, tutto questo perchè ben sponsorizzati dalle Case Editrici che vedono in loro facile fonte di guadagno.
Sono gli scrittorucoli commerciali che, con storie di facile presa, prive di ogni significato intrinseco, fanno i soldi.
Ma questo perchè?
Perchè loro non fanno altro che riflettere la condizione sociale del lettore medio, ormai ridottosi a livelli celebrali inferiori al primate. Il ché diventa un circolo vizioso, perchè chi legge poi scriverà e scriverà ciò che legge e in questa danza senza fine arrivano loro, gli Scrittori di Nicchia.
Sono quelli che si impegnano in ogni momento della giornata, sono quelli che cercano di ricordare perchè si deve scrivere, che anche la più semplice fiaba può lasciare un'impronta.
Pochi come gli F.P. di Elsa Morante, ma fieri di ciò che fanno.
Si arrabbiano, si infuriano nel vedere certi orrori in libreria, ma non si abbattano e continuano a lavorare sulla loro opera, pur sapendo che le probabilità di pubblicazione tendono allo zero assoluto.
Ma quanti di quei pochi che riescono a sfondare mantengono intatti i loro ideali?
Fu Salgari un esempio di come l'economia strumentalizzi lo scrittore:
« A voi che vi siete arricchiti con la mia pelle, mantenendo me e la mia famiglia in una continua semi-miseria od anche di più, chiedo solo che per compenso dei guadagni che vi ho dati pensiate ai miei funerali. Vi saluto spezzando la penna. »

Se questo è il prezzo per ottenere il successo, allora preferisco l'anonimato.
Veggente fu invece R.Dahl nel suo Lo scrittore automatico, dove una macchina prende il posto dell'autore e scrivere romanzi per ogni genere e gusto.
È questo ciò che sta diventando il mondo della letteratura.
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Post: 254
Sesso: Femminile
30/12/2013 22:23

Fyron della Fiamma, 30/12/2013 15:00:


Il segreto del successo? Bisogna capire di che successo si parla.
Se per successo si intende la realizzazione di un'opera allora è la perseveranza e la forza di non lasciarsi demoralizzare.
Se si intende il successo come fama e denaro allora o si è raccomandati o si hanno talmente tanti soldi da potersi comprare la raccomandazione.



Molto terra-terra, per successo qui intendo l'entrare in una libreria e vederla per metà piena delle copie del mio libro. E' verissimo che o sei raccomandato/vendibile allora sfondi, però ognitanto salta fuori qualcuno (1 su 2957928763486, va bene) che non lo è: ecco, io non capisco come sdia possibile questo miracolo. Il punto è che "miracolo" è solo in Italia, perché navigando in giro ho letto che all'estero è più facile emergere dalla massa d'ombra e anonimato.

RamonaDV.92, 28/12/2013 17:28:

Se un libro non ha successo qui, dove viene scritto e pubblicato, nessuno lo tradurrà mai, di conseguenza nessuno che non capisca l'italiano lo potrà leggere! se un libro non viene comprato, nessuno ci investe dei soldi per tradurlo e portarlo all'estero! deve prima diventare un "fenomeno" qui... e per far sì che accada questo ci vuole davvero il miracolo [SM=g9207].



Non potevo quotare tutto ma l'avrei fatto [SM=g8447]
Con questo mi sorge un dubbio: il libro pubblicato dalla rowling sotto pseudonimo, sarebbe mai stato tradotto, se la vera autrice non fosse stata lei?
Invece un esempio opposto è la serie della Compagnia del Corvo: l'Inghilterra non è affatto un paese da fantasy, e non è soltanto un puro pregiudizio, eppure questa saga l'hanno amata tutti tuttissimi (n.b. l'autore è inglese) ed è anche sbarcata qui. Detto questo, fa oggettivamente schifo: è vero che ci sono le battaglie fighe e tutto quanto, ma alla fin fine è banalissimo e sento una puzza incredibile di misoginia (tant'è che l'unica donna compare quando c'è da fare.. hai capito, no? poi nasce una bambina XD)

Mary231, 29/12/2013 19:18:

Ho una mia visione del problema. Ramona ha ragione quando dice che qui chi si autopubblica non può avere successo facilmente a meno che non sia un personaggio visibile o con alcuni agganci strategici. E' pur sempre vero che riusciamo a scrivere solo ciò che ci piace (esclusi quelli che puntanto al marketing e scrivono qualunque cosa pur di far soldi)...
[...] la cosa che detesto maggiormente degli scrittori italiani da milioni di copie al giorno d'oggi è l'italiano pietoso che usano... Gli insegnanti ce lo propinano come "caratteristico stile dell'autore". Io la chiamo ignoranza.



Ok che i self publishers sono la feccia della leteratura "snob" della grande editoria, però spesso sono proprio loro a presentare uan maggiore sensibilità verso i gusti del pubblico. Tolto il fantasy, dato che quello commerciale è molto diverso da quello self, però un discorso a parte meritano le storielle d'amore e quelle erotiche: vanno di stramoda nelle librerie, e anche fra i self publishers, nonché all'estero. Allora perché io, povero self che ama il genere e vuoel sfondare, non posso avere lo stesso successo della James o degli harmony? E perché, se anche dovessi ottenere un po' di notorietà a livello nazionale, all'estero non mi filerebbe nessuno? Perché nel Bel Paese i libri fanno schifo a prescindere, perché siamo noi stessi a non crederci per primi, mentre altrove sanno apprezzare di più i prodotti "home made"
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08/07/2014 09:53

Allora... parto citando da dati certi su cui avevo scritto anche un articolo sul mio Blog gli italiani che leggono sono solo il 46% e quelli "forti" (12 libri in un anno, uno al mese-poco comunque) sono solo il 14% dei lettori.
Partendo da questo presupposto in Italia non ci può essere nessun "caso letterario" se non spinto dalle CE come la Troisi.
Detto questo concordo pienamente con Ramona: se un libro non ha successo qua da noi molto difficilmente verrà preso e tradotto. Ogni investimento alla fin fine è un rischio.
Ed Ovviamente anche con Firon: Oramai gli scritti vanno soprattutto su un target medio di stupidità, non di intelligenza, i libri oramai non ti comunicano più così tanto (parlo in generale, ovvio che ci sono eccezioni... e spero molte).
Ritornando alla tua domanda iniziale non è necessario essere scrittori madrelingua inglesi per essere conosciuti a livello mondiale. Ci sono tantissimi classici che vengono tradotti in diverse lingue del mondo, ma considerate anche Heitz, è tedesco ed è un caso letterario abbastanza famoso nel mondo (anche se non mi è piaciuto il fatto che continuasse ad allungare la storia perché vendeva). Un altro autore è Polacco (non mi ricordo l'opera), un autore è russo...
Ce ne sono a ben vederli casi letterari non inglesi. Per me gli inglesi fanno più presa semplicemente per una questione di popolazione: se un successo da noi vende... quanto? 500000 copie? da loro venderà 5000000 di copie, uno zero in più fa la differenza =D

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09/07/2014 22:46

La questione dei casi eiditoriali è molto interessante, ma il problema è che anche negli altri paesi lo è. Ad esempio, il Trono di Spade penso proprio che abbia avuto tutto questo successo perché è stato molto pubblicizzato fin dal paese di pubblicazione originaria: anche qui in Italia però spopola. L'esempio della Troisi, invece, non penso si possa rovesciare: non credo che in Inghilterra avrà tutto questo boom come i loro fantasy made in UK. E questo mi rende piuttosto triste...

Guardandomi poi in giro ho cominciato anch'io a notare best seller di autori di altre nazionalità che non fosse quella inglese/americana, ma trovo che siano comunque pochi in rapporto a tutto quel che ci propinano le CE... Domani alla Feltrinelli studierò bene la classifica dei più venduti [SM=g9322]
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10/07/2014 08:00

Il punto è che non si può fare affidamento ai "più venduti". E' ovvio che quelli saranno quelli più commerciali e commercializzati =D
Beh ti posso dire che da lettore "storico" di Martin che la sua serie non mi sembrava così pubblicizzata all'estero prima della serie =D
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10/07/2014 22:06

Ok l'esempio di Martin è un po' fuorviante, per via della serie tv... Abercrombie lo escludo perché è sulla scia di GoT, quindi prenderei la Trilogia del Corvo: in Inghilterra ha avuto un notevole boom (autore inglese) e si è diffuso ovunque, quando ancora non andavano di moda i fantasy cruenti (dove per cruento intendo senza sbaciucchiamenti fra umani ed esseri dalla dubbia identità mitologica)
In Italia nessuno scrive fantasy di quel genere, che sia pubblicizzato quanto quelli stranieri, eppure lo si legge eccome. Il che mi dà parecchio fastidio.
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15/07/2014 09:00

ti do ragione, ma io più di comprare libri di autori italiani esordienti e meno alle varie fiere che frequento non posso fare =D
Idee?
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