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Giulia Rizzi - Praemonitus, L'Ombra del Destino

Ultimo Aggiornamento: 14/10/2014 20:58
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Sesso: Femminile
14/10/2014 20:58

Buonasera carissimi ^_^
Questa sera vi voglio parlare del libro che mi ha tenuto compagnia nel weekend e durante la mezz’ora di metropolitana che mi tocca per andare all’università: Praemonitus – L’ombra del Destino, della giovane esordiente Giulia Rizzi.
Si tratta del primo volume di una (prevista) bilogia, il cui seguito è già in cantiere, quindi confido di non patire un’agonia troppo lunga (vi spiegherò il perché alla fine).

La storia è ambientata nel Regno di Naiade, uno dei più vasti dell’Unione dei Cinque Regni, governato da re Herwig. La storia comincia quando la principessa Ileane sorprende un uomo mentre fugge in uno dei boschi di Pietra Fredda assieme a una bambina. Anzi, la bambina; Ileane la porta a palazzo, e fa per ucciderla quando il re suo padre decide di risparmiarla, in modo del tutto improvviso e inspiegabile: con l’aiuto del mago Gedeon cancella i ricordi della piccola, e ne rende silenti gli immensi poteri.

Cassandra è il suo nuovo nome, la sua nuova vita è accanto alla regina Emilie come dama di compagnia. La sua presenza sembra risvegliare il principino Damian dalla propria solitudine, e tra i due nasce un’amicizia rafforzata ogni sera dalle storie che lui le legge, mentre l’ostilità di Ileane resta immutata.
Passano gli anni, scanditi da un ritorno della Febbre dell’Elfo: Damian si allontana dapprima per studiare e migliorarsi come politico, e poi come guerriero, mentre Cassandra cresce, senza però che né Herwig né Gedeon riescano a capire quando l’incantesimo comincerà a spezzarsi, e conosce Andreas, provocando un repentino cambiamento nel comportamento di Damian, che arriverà ad allontanare il ragazzo da lei e a conoscere la morsa della gelosia.
Durante la Festa d’Inverno, Herwig è costretto a un faccia a faccia con il nemico dell’Unione: Constantine Pentorius, re di Chimera, inviso a tutti ma impossibile da accusare per torture e omicidi di cui si può soltanto sospettare. È il destino che vuole Constantine nello stesso palazzo di Cassandra, risvegliando i ricordi di ricerche abbandonate da tempo: ma ora la creatura più potente che gli sia mai capitata fra le mani è di nuovo lì, e non esita a riprendersela con la forza. Saranno Damian e suo padre a infiltrarsi nella sua fortezza, mentre fuori imperversa la guerra dei quattro Regni alleati, e dove… leggerete un finale che vi lascerà di stucco. Ma proprio tanto.

Scendendo un po’ più nel particolare, la storia è incentrata appunto su Cassandra, sulla sua vita a corte, descritta un po’ utopisticamente come felice e in compagnia di un’amorevole regina, sui suoi sentimenti per Andreas, quelli contrastanti per Damian e il dolore di scoprire, alla fine, che ha vissuto nella menzogna.

Ho trovato questo libro molto… ingenuo, a cominciare proprio dall’ambiente di corte: tranquillo, paradisiaco, fatto di giochi, amore e gentilezze. Io, per carità, sono parecchio più truce quando tratto di monarchie, ma credo che neppure sotto il dominio della fantasia potrebbe mai essercene una così. Peraltro, una scelta del genere comporta la costruzione di equilibri e rivalità, di diplomazia e inganni che sono accennati soltanto in minima parte, senza scendere in particolari più duri e violenti.
Lo stile è anch’esso molto ingenuo: ho segnalato all’autrice vari pezzi che andrebbero riscritti per liberarli dagli errori più comuni fra gli esordienti, comePOV salterino, raccontare anziché mostrare, descrizioni statiche…
Le ultime vittime sono, infine, i personaggi: soltanto Ileane e Pentorius spiccano nella massa indistinta, e verso la fine anche Damian ne emerge, mentre degli altri ci resta la vaghezza delle loro parole e comportamenti.

Credo comunque che leggerei il seguito: negli ultimi capitoli Pentorius getta le carte in tavola e la situazione precipita: trovo che sia il pezzo più curato e maturo, in cui c’è bisogno di una fine vera e propria, che chiuda tutti i cerchi lasciati aperti.
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