Il primo libro della Monticelli che lessi fu la sua trilogia per bambini "Il libro prigioniero". Mi piacque subito, anche se non ho mai potuto finirla perché nel frattempo sono cresciuta, così quando è uscito il primo volume di quest'altra trilogia (di cui appunto prende il nome) sono corsa a comprarlo. Ebbene, l'ho trovato davvero bello, anche se erano ancora evidenti i rimasugli di quei libri per bambini cui la Monticelli si era dedicata fino a quel momento... Comunque, avevo apprezzato molto la storia: tre ragazzi, di tre nazionalità diverse, condividono inconsapevolmente un destino che li farà incontrare in un mondo parallelo, cui si accede tramite un'antica scacchiera, dove si consuma una lotta millenaria che mette in gioco la sicurezza del mondo in cui tutti noi viviamo. In un intreccio di alleanze rovesciate e millenarie diffidenze, alla fine della lettura il primo volume fa desiderare ardentemente un seguito.
Ovviamente, appena è uscito l'ho subito acquistato: meraviglioso. Scritto benissimo, con una storia che ti prende un sacco e finisce quando meno te l'aspetti, con un colpo di scena che giudico difficilmente prevedibile. 500 e passa pagine che si divorano in un baleno.
Arriviamo quindi all'ultimo capitolo: epica caduta di stile.
Per carità, la storia mi è piaciuta un sacco, perché la fantasia dell'autrice non ha davvero limiti, però... la voce narrante principale è un ragazzo americano, molto (auto)ironico e strafottente: tutto questo va bene fino a un certo punto. Difatti nel terzo libro tale aspetto diventa davvero eccessivo: tutta la tensione della storia viene non stemperata, ma proprio persa. Per l'appunto, quando c'è il cambio di narratore si ritrova la bellezza della storia, però fossi stata al posto della Monticelli avrei impiegato 3 anni a scriverlo (come per il secondo volume) invece di 1 solo, perché il tentativo di voler dare alla storia una luce diversa ha finito per combinare un pasticcio...
[Modificato da Ink Maiden 21/02/2013 15:25]
Scrittori e lettori Fantasy, radunatevi!
